La Chiesa di Santa Cristina a Sepino
Il centro storico di Sepino custodisce alcune architetture religiose davvero interessanti. Passeggiando lungo le vie dell’antico paese possiamo visitare la Chiesa di Santa Cristina. Caratteristico è il campanile con una guglia a forma di “bottiglione”, opera degli artigiani dell’epoca. L’interno della chiesa è composto da tre navate suddivise da colonnati con capitelli decorati con putti e festoni. Di mistico fascino è la cripta del 1570 a cui si accede tramite una scalinata di marmo. Entrando possiamo ammirare gli affreschi che raffigurano scene di vita della Santa. Sempre nella Cripta troviamo la Cappella del Tesoro realizzata nel 1609, dove sono custodite le sante reliquie. Infine ad arricchire il patrimonio artistico della chiesa c’è anche un tipico coro ligneo e l’archivio parrocchiale in cui sono custodite delle pergamene risalenti al XII secolo.
Origini antiche
Non ci sono documenti che permettono di datare in maniera precisa la Chiesa di Santa Cristina. È menzionata per la prima volta nei documenti del 1241 anche se si ritiene che la sua costruzione sia precedente. Sembra plausibile che risalga alla fine del IX secolo: forse, infatti, fu costruita insieme al Castellum Saepinii come cappella gentilizia annessa allo stesso. Di questo primo edificio non resta nulla a causa di calamità abbattutesi sulla zona e di numerosi rifacimenti che la chiesa ha subito nel corso della sua storia. L’ingresso principale attuale rivolto verso la piazza, presenta un portale risalente al XVII secolo sormontato dallo stemma del comune di Sepino. L’ingresso posteriore invece si affaccia su una ardita scalinata e sulla facciata è posta un’epigrafe risalente al 1781. A sinistra di questo ingresso si erge il campanile, crollato con il terremoto del 1805 e ricostruito a spese della comunità nel 1824. Il campanile è a pianta quadrata ed è sormontato da una torretta ottagonale sulla quale è stata posta, presumibilmente nella seconda metà del 1800, una singolare struttura in ferro battuto, opera di artigiani locali, detta “Buttiglione”.
Gli interni da ammirare
L’interno dell’edificio è a tre navate, quella centrale delimitata da due file di cinque archi sorrette da quattro pilastri. I basamenti modanati, di diverse altezze, fanno intuire una diversa antica struttura. I capitelli sono decorati da festoni e da teste di cherubini. Sul secondo pilastro di destra una inscrizione ricorda che l’opera è stata realizzata nel 1679 da scalpellini di Cerreto e voluta dall’arciprete Giangiacomo Brini. Il soffitto della navata centrale è decorato da una serie di cinque tele raffiguranti scene bibliche, opera del maestro Amedeo Trivisonno risalenti al 1968.
Da una piccola scala in pietra posta sul fondo della chiesa si può accedere alla cripta. Da un’epigrafe si legge che la fondazione della cripta è dell’anno 1570. Alla fine di questa lunga “grotta” c’è una statua lignea di S. Cristina avvolta una tunica bianca. Sulle spalle ha un mantello rosso e nella mano destra una freccia e una foglia di palma, mentre con la sinistra sorregge Sepino. La tradizione vuole che questa statua venga portata in processione ogni 100 anni e che i fedeli, in segno di rispetto non le voltino mai le spalle, nell’uscire dalla cripta.
Decorazioni e dipinti
Il transetto, costituito dal presbiterio e dalle cappelle dell’Immacolata e di San Giuseppe fu costruito nel 1781. Il presbiterio è sormontato da una cupola costruita nel 1846 e decorata con otto tele raffiguranti quattro dottori della chiesa orientale e quattro dottori della chiesa occidentale disposti in maniera alternata. Le tele sono opera del maestro Amedeo Trivisonno. L’altare maggiore finemente decorato con marmi policromi di scuola napoletana, presenta decorazioni floreali di marmi rossi, gialli e grigi su fondo nero, con al centro una croce raggiata. Fu consacrato il 3 maggio 1726 dal vescovo di Telese Francesco De’ Baccari. Secondo la nuova liturgia, al centro del presbiterio è stato realizzato un nuovo altare (1975). È sorretto da due mensole in marmo, risalenti al XVII, decorate da due cherubini che in precedenza arricchivano l’altare maggiore. Dietro l’altare maggiore è posto il pregevole coro ligneo della seconda metà del 1700. I dossali dei sedili sono di legno intarsiato e raffigurano animali e vegetali. Si differenziano il dossale centrale e il secondo a sinistra raffiguranti rispettivamente una scena della creazione e un paesaggio con un centro abitato addossato ad un colle sormontato da un castello, probabilmente Sepino. Il coro è stato restaurato nel 1991.
Altari e pavimenti settecenteschi
Sul lato destro del presbiterio è posto l’altare oggi dedicato all’Immacolata Concezione. La cappella di sinistra invece, dedicata a San Giuseppe risale al 1731. Nella navata di destra sono gli altari di epoca settecentesca dedicati a Sant’ Antonio di Padova e Al Sacro Cuore di Gesù. Lungo questa navata, sul fondo della chiesa è la Cappella di S. Carlo Borromeo. L’altare e il dossale sono realizzati in pietra locale e rappresentano un unicum nella produzione artistica molisana del settecento. Nella cappella è posto un ex voto, un dipinto del 1660 che raffigura una guarigione operata da Santa Cristina. Davanti all’altare è posta una decorazione pavimentale settecentesca, con motivi geometrici e decorazione floreale centrale. Lungo la navate laterale sinistra si trovano gli altari settecenteschi dedicati all’Annunciazione e alla Madonna del Riposo. Un’epigrafe posta all’ingresso della cripta data la consacrazione di quest’ultimo al 1739. Addossato all’altare, immediatamente dopo l’ingresso principale, è il sepolcro del Vescovo Attilio.